i foraminiferi

lunedì 11 novembre 2019

Nature is conservative Second chapter


In the previous post “Nature is conservative (besides being a big recycler)” I noticed that the most important life molecules, such as nucleic acids and proteins, are unchanged since the origin of life itself and are the same in all the organisms at present time and in the past.

But in all living beings there are even common structures!!!
  


Cell is the basic unit of life. Many organisms (bacteria and microalgae) consist of a single prokaryotic cell (i.e. a cell without a nucleus), others (protists) of a single eukaryotic cell (i.e. a cell whose DNA is within a nucleus), while all the others (fungi, plants and animals) consist of many eukaryotic cells.
Every cell is surrounded by a cell membrane (plasma-membrane, historically called plasmalemma)).

It is a very thin layer (5-10 nm thick) delimiting, separating and protecting the interior of the cell from the external environment, like the boundary wall of an ancient town.




The structure and the amazing properties of cell membrane are the same in all the cells of all the organisms.


Plasmamembrane consists a bi-layer of phospholipids with their   hydrophobic regions  toward the internal side and the hydrophilic regions toward the external side of the membrane. This bi-layer, that at the electron microscope appears continuous, prevents the emission of cellular material and the introduction of aqueous material from the exterior.



Cell membrane at the electron microscope. In  this pictture the membranes of two diffrent cells can be seen very close to each other

              
But cells are not water tight compartments!!!!

For their metabolism cells need external material and have to eject their products and waste. Many of this substances are water-soluble and are not able to cross a continuous lipid bi-layer!!!!!
Yet there aren’t gaps in the membrane!!!
  There are instead proteic and glycoproteic molecules (besides cholesterol and different glycolipids) crossing the lipidic bi-layer.




These macromolecules act as canals or pumps able to transfer molecules inside or outside the cells. Noteworthy their ability to freely move along the membrane itself ( for this the membrane structure is called fluid mosaic) in such a way that exchanges can be performed in the suitable membrane region. 
Many receptors, mainly proteins and glycoproteins are located on the surface of the cell membrane where they pick up and recognize external signals which, transferred trough the canals, bind to internal receptors. In this way specific cell responses are put into operation.

 Schematic rapresentation of cell membrane structure according to themosaic fluid model.



Therefore cell membrane is a sort of fence-filter able to regulate what enters and exits the cell,  at any moment.


But there is more:
By means of a rupture and fusion mechanism cell membrane can transport in or out the cell even large molecules or particles without any interruption of the membrane itself. There is esocytosis when internal material, enclosed in membrane-bound vesicles (all the internal membranes of the cell have he same structure of cell membrane). There is endocytosis when the material moves into the cell.  Finally during phagocytosis, cells engulf large particles such as bacteria, cell debris, or even intact cells
By means of this same mechanisms cell membrane is also able to increase its length to follow the increasing of cell size or its division.







                                   Exocytosis
                                         

Cell membrane, in conclusion, is a real masterpiece of nature!!
Probably for this is exploited unmodified since the origin of the cell.

lunedì 23 settembre 2019

Evoluzione dell'evoluzionismo


Da quando Darwin ha pubblicato la sua opera “L’origine della specie” sono passati 160 anni. Durante questi anni nel campo della biologia sono state acquisite moltissime e fondamentali nuove conoscenze che hanno, da un lato, contribuito a dare maggior credito alla teoria darwiniana e dall’altro a modificarla, integrarla, in altre parole ad “evolverla”. Partendo da studi significativi basati su scienze diverse vedremo che, come l’evoluzione naturale,  l’evoluzione dell’evoluzionismo procede per gradi, un po’ a tentoni, si muove in direzioni diverse, ed è tutt’altro che conclusa.
                                                     
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 Prima di iniziare la mia chiacchierata vorrei chiarire il significato che intendo dare alle parole evoluzione ed evoluzionismo.

Evoluzione è un termine che può essere usato in vari contesti e a cui  viene in genere attribuita una connotazione positiva. La stessa evoluzione biologica non sfugge a questo fraintendimento, dandosi per scontato che essa costituisca un “progresso” che avrebbe nell’uomo il suo culmine, il suo nobile punto di arrivo. Come se tutti gli altri organismi, anche quelli che consideriamo più semplici, non avessero continuato ad evolversi!!
 In senso lato invece “evoluzione” significa semplicemente cambiamento, cambiamento tout court ( come diceva il mio professore in tempi in cui si usavano più francesismi che  inglesismi).
Bisogna inoltre tenere presente che per l’evoluzione biologica non sono significativi i cambiamenti a cui va incontro un singolo individuo ma quelli che riguardano una intera popolazione.
Forse la definizione che rende meglio l’idea è la seguente:

L’evoluzione biologica è il cambiamento delle proprietà distintive degli organismi di una popolazione che supera il tempo vitale di un singolo individuo.  
 Cambiamenti evolutivi sono quindi quelli ereditabili da generazione a generazione.

 Con il termine evoluzionismo si intende invece l'insieme delle teorie filosofiche e scientifiche che ammettono l’evoluzione. Non va quindi semplicemente considerato, come spesso si fa, sinonimo di Darwinismo.


Che ci sia stata e che, ovviamente, sia ancora in corso un evoluzione degli esseri viventi è un dato accettato ormai dalla stragrande maggioranza degli scienziati, anche se ci sono ancora sacche di resistenza. E’ vero però che questa è una affermazione ancora teorica è cioè “ un concetto basato su molte prove e osservazioni che non sono state finora smentite”  a cui manca però una definitiva prova sperimentale.
E’ come un processo indiziario e non probatorio.

Comunque anche se già filosofi dell’antichità come Anassimandro e  Aristotele avevano introdotto i concetti  di trasformazione e divenire degli esseri viventi, una prima teoria evoluzionistica fu concepita nel XIX secolo da Jean Baptiste Lamarck che  ipotizzava che tratti "necessari" venissero ereditati col passaggio da una generazione alla  successiva e  che “Tutto in natura  si trasforma nel tempo; gli organismi fanno parte della natura; dunque anche gli organismi si trasformano nel tempo (e se questa non è Evoluzione!)
Ma Lamarck viene citato quasi esclusivamente per “il collo della giraffa”. Mentre pochi sanno che anche Darwin era un sostenitore sia dello sviluppo dell’organo in base al suo uso, sia dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti: nel diciannovesimo secolo non si sapeva ancora niente di genetica , di DNA ecc.


Comunque il più noto e grande evoluzionista è senz’altro Darwin.
 L'enunciazione della sua teoria consta di due parti:
La prima parte dichiara che tutti gli organismi oggi viventi sulla Terra derivano da un gruppo primitivo di organismi, "
 Da questo comune ancestore (o ancestori) le varie linee si sarebbero poi distaccate in tempi diversi ed indipendenti procedendo separatamente nella loro evoluzione.
Questa “monofilia” degli esseri viventi è oggi avvalorata dai dati ottenuti in diverse discipline biologiche e si parla di albero dell’evoluzione, non più di scala. Darwin preferiva l’immagine del corallo perché  renderebbe meglio tanto l’irregolarità della ramificazioni quanto la distinzione tra le specie estinte (le parti pietrificate del corallo) e le specie viventi. L’ ancestore viene definito con l’acronimo inglese che in Italiano si legge LUCA
Il secondo pilastro della proposta di Darwin è che:
 L'intera differenziazione e produzione di tante specie diverse in tutto il mondo è il risultato di due soli fenomeni biologici: la continua produzione di varianti in tutte le popolazioni e in ogni generazione, e l'azione della selezione naturale.

Dunque secondo Darwin in tutte le popolazioni c’è “continua produzione di varianti che definisce  ineliminabili e casuali”.
Ineliminabili visto che si presentano sempre e comunque
Darwin non poteva sapere perché, e non poteva neanche sospettarlo, con le conoscenze che si possedevano a quel tempo, e basava questa affermazione sulla sua grande abilità di osservatore..
 Casuali. Perché avvengono senza una direzione, una preferenza o una tendenza verso un fine particolare.

Sulla variabilità interna alle specie, riconosciuta come abbiamo visto, sia da Lamarck che da Darwin, agisce la Selezione Naturale che condiziona i tempi, i modi e, nel suo insieme, il senso del processo evolutivo  operando su una determinata popolazione, in un determinato ambiente, in un tempo determinato.
Affermare, come spesso si fa, che la selezione naturale premia il più forte nella lotta per la sopravvivenza non rispecchia il pensiero di Darwin.
Infatti la vera competizione” non  è tra gli individui più forti  o dotati, bensì tra i più prolifici.  Darwin usava e tutt’oggi si usa il termine  “fitness”.
 In altre parole, se in un determinato ambiente, ad ogni generazione, gli individui portatori di caratteristiche diverse dal resto della popolazione che producono sistematicamente un maggior numero di discendenti, potranno esser “premiati”, senza che questo sottenda di per sé il miglioramento o il peggioramento della specie
È opportuno specificare che il concetto di ambiente include le caratteristiche fisiche, chimiche del luogo in cui vive la specie ma anche quelle biologiche (presenza o assenza di predatori, di parassiti ecc.).
Con il passare delle generazioni, le popolazioni si trasformeranno in specie. A volte è tutta la popolazione che si trasforma: la specie vecchia scompare per lasciare il posto a una nuova, altre volte  la nuova specie convive con quella  di partenza.
Quindi la speciazione è il nucleo centrale, l'evento base dell'evoluzione.

 Ma con piccole variazioni e attraverso la selezione naturale non si spiega facilmente la cosiddetta macroevoluzione. Infatti con questi meccanismi una specie non può cambiare del tutto la struttura del proprio corpo, struttura che Darwin definiva "unità di tipo",
Il gradualismo evolutivo cioè il processo di trasformazione nel tempo dalle prime forme di vita a tutte quelle attuali è stato ed è ancora, come vedremo, oggetto di discussione.

Dalla fine del 1800 la scienza ha fatto progressi da gigante .
Primo fra tutti va ricordato Mendel che ha dimostrato sperimentalmente l’ereditarietà dei caratteri. Poi Morgan e la sua scuola che con esperimenti sulla Drosophila hanno scoperto che i caratteri derivavano da fattori (i geni) situati sui cromosomi, fattori che possono andare incontro a mutazioni.
Poi Dobzanski ecc.
Huxley 1942 conia termine sintesi moderna ( diapositiva)

La sintesi moderna salva, in definitiva, la sostanza del darwinismo dandole anzi una maggiore base scientifica, avvalorata anche dalla successiva scoperta del DNA. Così la variazione genetica delle popolazioni naturali viene prodotta  dalle mutazioni geniche cioè errori della replicazione del DNA che sono inevitabili e casuali  in quanto avvengono senza una direzione, una preferenza o una tendenza verso un fine particolare. Inoltre le combinazioni geniche possono variare grazie alla ricombinazione genetica che avviene durante il “crossing over”.  Su queste variazioni agisce la selezione naturale con l’aggiunta di altri meccanismi come la deriva genetica e il flusso genico capaci di favorire la speciazione che come per Darwin è l’evento fondamentale dell’evoluzione. E la macroevoluzione?

La sintesi moderna,  via via  integrata sulla base di nuove conoscenze,  è ancora la teoria più diffusa..
 Ne sono state proposte delle altre che più che vere novità sul campo, sono speculazioni che, senza intaccare in profondità l’ossatura del Darwinismo e della Sintesi moderna, ne interpretano diversamente aspetti particolari, a cominciare dalla  “casualità”.

Tra queste ricordiamo:

Neutralismo ( Motoo Kimura,1993)Non esclude il ruolo della selezione naturale,
ma estende l’importanza di altri fenomeni di natura genetica che rendono ancora più casuale
il procedere dell’evoluzione.

Autoregolazione (Kauffman, 2000).  Afferma che l'ordine può sorgere spontaneamente in situazioni insospettate, e che l'auto-organizzazione è uno dei  grandi principi che regolano
la natura.

Il gene egoista, (Dawkins, 1986) Anche se  i risultati viventi della selezione naturale
ci danno un'impressione dell'esistenza di un disegno intenzionale; che alla base
della complessità della natura vivente ci sia un disegno intenzionale, è però solo un'illusione

 Disegno intelligente. Afferma invece che sono necessarie cause intelligenti per
spiegare le strutture complesse della biologia.  

Gaia.  Esiste una correlazione biunivoca  (cioè nei due sensi) tra  organismi e ambiente.


Maggiore  attenzione  merita, invece la teoria degli equilibri intermittenti che fa proprie in particolare le indicazioni, spesso trascurate, di una paleontologia in rapido sviluppo.
  Questa teoria, enunciata da due grandi paleontologi, Stephen Jay Gould e Niles Eldredge nel 1972, mette in discussione proprio il gradualismo darwiniano, sostenendo che "l'evoluzione fenotipica si concentra in eventi relativamente brevi di attiva e rapida  trAsformazione a carico di piccole popolazioni marginali; seguiti da intervalli molto più lunghi di "stasi evolutiva".
La speciazione non maturerebbe linearmente, bensì, per così dire, a salti: per singoli episodi, approssimativamente compresi tra i 10.000 e i 100.000 anni; laddove una determinata specie può sopravvivere senza variazioni apprezzabili fino da 5 a 10 milioni di anni. 

Secondo questa teoria la microevoluzione non vale a spiegare la macroevoluzione: trattandosi di due fenomeni co-esistenti ma diversi. Più precisamente: l'evoluzione "darwiniana" esiste e si manifesta effettivamente al livello delle popolazioni e delle specie, avendo tuttavia un ruolo prevalentemente stabilizzatore; mentre  la macroevoluzione avverrebbe in assenza di competizione e di selezione naturale
Ma anche  il saltazionismo non spiega come  siano avvenuti i cambiamenti strutturali che hanno portato  a salti evolutivi più macroscopici.

Lo sviluppo della biologia molecolare con la conseguente sempre maggiore conoscenza del DNA e del suo funzionamento ci ha fornito qualche informazione in proposito.
Ci si è resi conto che i geni non sono tutti uguali. Si è appresa, per esempio, l'esistenza di geni che occupano un posto privilegiato nella gerarchia genica e «comandano» letteralmente battaglioni di altri geni. Quando un gene di questo tipo viene attivato, attiva in automatico un gruppo di geni e contemporaneamente inibisce l'attività di un altro gruppo agendo da Master Control Gene” ovvero  da   gene  regolatore di alto livello gerarchico. Il suo prodotto proteico funziona come «interruttore molecolare” capace di “accendere” certi geni e di “spegnerne” altri che funzionano da operatori.
La mutazione  di  uno di questi geni può avere effetti diversi: microscopici o macroscopici, con tutti i gradi intermedi. …….   Inoltre, lo stesso gene regolatore può controllare molte strutture o funzioni diverse cosicché una sua mutazione può avere, effetti multipli. Quella mutazione può rappresentare un evento in grado di determinare la comparsa o la scomparsa di ali o di zampe; la crescita esponenziale di specifiche parti del corpo insieme alla cancellazione di altre;  la trasformazione di un organo in un altro.

      Anche le associazioni tra organismi diversi, cioè le simbiosi,  hanno avuto ed hanno un ruolo, per altro spesso  sottovalutato, nei processi evolutivi, e in particolare in quelli macroevolutivi. La simbiosi comporta infatti,  mediante l’interazione di organismi diversi,  l’acquisizione di nuove strutture o di  nuovi metabolismi L’acquisizione di queste nuove caratteristiche può, dunque, costituire il fattore scatenante di salti evolutivi anche di grande portata (macroevolutivi appunto), in tempi anche molto rapidi.  Quando negli anni 70 la scienziata americana Lynn Margulis ha proposto questa idea è stata accolta con una certa sufficienza “ l’evoluzione al femminile basata sulla cooperazione anziché sulla competizione. Oggi è certo che la simbiosi ha  svolto un ruolo decisivo in salti evolutivi basilari, come la nascita della cellula eucariotica, l’origine della pluricellularità e la colonizzazione degli ambienti terrestri da parte delle piante. Inoltre la simbiosi può favorire un altro meccanismo che può produrre novità:il trasferimento genico orizzontale. Fino a qualche anno fa si pensava che questo fenomeno fosse esclusivo dei  procarioti; ma molte evidenze mostrano ormai che  può essere avvenuto anche tra procarioti ed eucarioti, nei due sensi.
Tutto torna quindi: conosciamo anche i meccanismi della macroevoluzione!!!

 Ma probabilmente c’è dell’altro.

Negli ultimi decenni si sono raccolte sempre più evidenze
 che il comportamento dei geni può cambiare radicalmente anche senza alterazioni della sequenza del DNA.
È nata così una nuova scienza: l’epigenetica cioè una branca della genetica che studia i cambiamenti chimici che influiscono sull’espressione dei geni senza alterarne la sequenza.
Le variazioni epigenetiche,  dette epimutazioni, durano per il resto della vita della cellula e possono trasmettersi a generazioni successive delle cellule attraverso le divisioni cellulari, senza tuttavia che le corrispondenti sequenze di DNA siano mutate; sono quindi fattori non-genomici che provocano una diversa espressione dei geni dell'organismo.
Le epimutazioni sono  indotte dall’ambiente interno o esterno.
 Ci sono sempre più studi che dimostrerebbero la ereditarietà delle epimutazioni,  anche da una generazione all’altra.
.
 Che Lamarck avesse ragione?

Vista in questa nuova luce l’evoluzione non sarebbe frutto del caso ma della collaborazione tra vita e ambiente. (ricordate Gaia?).

.Naturalmente con il progredire delle varie discipline e con una loro sempre maggiore integrazione potremo ottenere un quadro sempre più chiaro del fenomeno dell’evoluzione, un fenomeno estremamente complesso che risulterebbe quindi da un’armonica compresenza di tanti fattori cooperanti.

Secondo prestigiosi fisici come Antonino Zichichi, dato che non esiste un'equazione matematica dell'evoluzione delle specie animali, l’evoluzionismo non sarebbe una vera scienza non essendo fondato sul metodo galileiano retto sulla matematica. Ma a mio parere è tutto ciò che riguarda la vita, quindi l’intera biologia che, almeno per quello che sappiamo ora, sfugge alle leggi e alle formule che vogliamo imporle..






venerdì 16 agosto 2019

La natura è conservatrice: secondo post


Nel post” la natura conservatrice oltre che riciclona ho fatto notare che le molecole fondamentali della vita come gli acidi nucleici e le proteine sono rimaste presso che invariate fin dalle origini della vita stessa e sono le stesse in tutti gli organismi passati e presenti.  
Ma ci sono anche strutture comuni a tutti gli esseri viventi!!!
 Tutti gli organismi sono costituiti da cellule: molti  (Batteri, microalghe) da una sola cellula procariotica (cioè priva di nucleo), altri (protisti) da una sola cellula eucariotica (il cui DNA è racchiuso in un nucleo), altri (animali, piante e funghi) da molte cellule eucariotiche.
Tutte le cellule sono delimitate da una membrana cellulare (plasma membrana o plasmalemma).

Si tratta di  un sottile rivestimento ( 5-10 nm) che separa e  protegge le cellule dall’ambiente esterno, come le mura di una città fortificata. 
Tale membrana ha la stessa struttura e le stesse sorprendenti proprietà in tutte le cellule di tutti gli organismi.   
E’ composta in prevalenza da un doppio strato di fosfolipidi, molecole contenenti regioni idrofobiche (rivolte verso l'interno della membrana) ed idrofile (rivolte verso l'esterno).   Questo  doppio strato che, al microscopio elettronico appare come continuo,  impedisce la fuoriuscita di materiale cellulare e l’immissione di materiale acquoso dall’esterno.



               
 La membrana cellulare al microscopio elettronico appare come due strati continui scuri separati da uno spazio chiaro. In questa immagine si vedono le membrane adiacenti di due cellule diverse

Ma le cellule non sono compartimenti stagni!!! 

Le cellule devono continuamente ricevere  materiale dall’esterno ed espellere rifiuti e molecole da loro prodotte. Molte di queste sostanze sono idrosolubili e non possono attraversare uno strato lipidico continuo!!!
     Eppure nella membrana non ci sono aperture. 
Ci sono però numerose molecole proteiche e glicoproteiche (oltre al colesterolo e a diversi glicolipidi) inserite all'interno della struttura lipidica della membrana. Tali macromolecole possono agire come canali o pompe che trasportano le molecole all'interno o all'esterno della cellula. Interessante il fatto che possono spostarsi liberamente all'interno della membrana stessa (motivo per il quale la sua struttura è definita a mosaico fluido) in modo che gli scambi possano avvenire di volta in volta volta nella regione cellulare più adatta.
Sulla superficie della membrana poi sono presenti numerosi recettori, proteine, spesso unite a carboidrati, che permettono alla cellula di captare e riconoscere i segnali che vengono dall’esterno. Tali segnali,  attraverso i “canali” ,vengono trasmessi ai recettori interni che attivano prontamente le risposte adeguate (vedi post come lavorano le nostre cellule).




 Schema della struttura delle membrana plasmatica secondo il modello a mosaico fluido




Quindi la membrana cellulare è una barriera-filtro capace di permettere ad una sostanza di passare liberamente, di passare in una determinata quantità o di non passare affatto secondo le esigenze della cellula momento per momento!



Ma c’è di più:

 attraverso un meccanismo di “rottura e fusione” la membrana cellulare può far uscire od entrare nella cellula anche grandi molecole o particelle di una certa dimensione, racchiuse in vescicole membranose, senza che ci sia mai interruzione della membrana stessa (tutte le membrane della cellula anche quelle che delimitano gli organuli interni hanno la stessa struttura). Si parla allora di esocitosi (se il materiale va verso l’esterno) e di endocitosi se muove verso l’interno. Quando si tratta di corpuscoli solidi, perfino di altre cellule, si parla di fagocitosi
Con questo stesso meccanismo la membrana può aumentare la sua lunghezza adeguandosi ad esempio ad aumento di dimensioni della cellula o alla sua duplicazione.




                                       
                                         Schema di esocitosi


 La membrana cellulare, insomma, e’ un vero capolavoro della natura che forse, proprio per questo, la utilizza identica da miliardi di anni. 

giovedì 24 gennaio 2019

I foraminiferi: nel loro piccolo....




I Foraminiferi sono protisti cioè microrganismi unicellulari eucarioti appartenenti ai Sarcodini. Non hanno organelli per il movimento come ciglia o flagelli ma si muovono e si nutrono attraverso pseudopodi cioè estroflessioni citoplasmatiche mobili. Devono il loro nome al fatto che sono rivestiti da un guscio munito di piccoli fori (foramina). Per fuoriuscire dai fori gli pseudopodi sono sottili e lunghi, spesso intrecciati tra loro sono detti perciò “reticulopodi”.




foraminifero vivo      Guscio vuoto
con pseudopodi

Le loro dimensioni vanno da 100 micrometri a vari centimetri: come protisti sono particolarmente grandi. Hanno complessi cicli vitali che non mi sembra il caso di descrivere qui.
Ne esistono più di 4000 specie solo 40 delle quali planctoniche. Le altre vivono nella sabbia o sulle rocce e i sedimenti al fondo dell’oceano. 
Si trovano in tutti gli ambienti marini anche se ogni specie è tipica di un determinato ambiente. Sono comunque così abbondanti da rappresentare un importante anello della catena alimentare marina.
 Nelle acque basse si trovano soprattutto specie con il guscio calcareo; a più alte profondità si trovano specie che costruiscono il guscio con materiale organico come fibre di alghe o spicole di spugne.  
In vari studi è stata messa in evidenza una straordinaria varietà di forme di foraminiferi che probabilmente corrisponde ad una varietà di nicchie: le forme più grandi sono abbondanti  nel benthos dei mari tropicali e subtropicali ben illuminati. Si nutrono di altri protisti (inclusi altri foraminiferi) e batteri. Catturano le prede per mezzo degli pseudopodi che si estendono all’esterno del guscio: in certi ambienti in un cm cubo di sedimento si possono trovare centinaia di individui vivi e molti più gusci di individui morti. 
Per il fatto che si mescolano con i componenti del sedimento vengono anche chiamati “living sand” sabbia vivente. 

Lungo le coste di alcune isole del Giappone sono così abbondanti che possono essere presi con le mani per costruire castelli di sabbia e producono qualcosa come 600 g di carbonato di calcio all’anno. Lungo banchi corallini del Pacifico ne producono fino ad 1Kg..




 Tra quelli planctonici  alcuni allevano protisti fotosintetici al loro interno, altri si nutrono di batteri, microalghe, ciliati ed anche piccoli animali come rotiferi o copepodi.    I foraminiferi sono importanti componenti dei sedimenti: il colore rosa delle sabbie in alcune isole tropicali ma anche di casa nostra come La Maddalena, è dovuto al colore dei gusci di foraminiferi lì particolarmente abbondanti. 




                                       la spiaggia di Budelli



I FORAMINIFERI  Esistono da almeno 540 milioni di anni e i loro gusci si accumulano da allora!!! 

Forse avete sentito parlare di "Nummuliti" una specie fossile di foraminiferi chiamata così perchè la sua forma e le sue dimensioni  (fino a 12 cm di diametro) ricordano una moneta. 





                         Gusci di nummuliti


Pensate che foraminiferi fossili si trovano nelle rocce con cui sono state costruite le piramidi. Gusci di foraminiferi sono chiaramente distinguibili all’ interno di vari tipi di marmi scavati in alta montagna. Questo li rende molto importanti per studi paleogeografici, studi che cercano di ricostruire i cambiamenti che si sono verificati in milioni di anni.