I parassiti sono organismi
che traggono vantaggio a spese di un altro organismo (l’ospite), non solo non
dandogli niente in cambio ma creandogli anche un danno biologico (a differenza
dei simbionti mutualistici che si aiutano a vicenda ,vedi post: insieme si può).
Sono dei furbastri egoisti quindi, che amano la vita comoda. Specialmente i
parassiti interni, quelli che vivono all’interno dell’ospite non si devono
preoccupare di variazioni di temperatura, di mancanza di acqua e scarsezza di
cibo: l’ambiente interno di un organismo è mantenuto stabile dall’organismo
stesso!
Però
anche la vita dei parassiti non è tutta rose e fiori.
Prima
di tutto i parassiti devono imparare a tenere a bada la loro voracità: se
danneggiano l’ospite fino a farlo morire in breve tempo restano a bocca
asciutta!
Poi, siccome per ridurre la concorrenza con altri parassiti molti di
loro si sono specializzati per sfruttare un certo ospite e non altri, hanno il
problema di trovare e assicurare l’ospite giusto anche
per la discendenza.
Per
questo la maggior parte dei parassiti producono una enorme quantità di
discendenti in modo da aumentare la possibilità che almeno una parte di essi
incontri l’ospite adatto. Ma anche riprodursi molto costa energia!
Spesso poi i parassiti hanno cicli vitali
complessi che prevedono il passaggio in due o più ospiti diversi: nell’ospite
detto intermedio, che è in genere il più danneggiato, si riproducono
asessualmente per aumentare rapidamente il numero degli individui, mentre nell’ospite definitivo si riproducono sessualmente. Le uova
fecondate o le larve che derivano dalla riproduzione sessuale devono poi,
almeno in molti casi, essere emesse all’esterno per incontrare l’ospite
intermedio e ricominciare il ciclo.
Quindi oltre alla difficoltà di sopravvivere in un ambiente
variabile, nasce un nuovo duplice
problema: come fare a passare da un ospite all’altro e come fare perché la
progenie trovi l’ospite intermedio?
Nel corso dell’evoluzione i
parassiti si sono inventati di tutto
per esempio:
Il trematode Dicrocoelium riesce addirittura a
modificare il comportamento delle formiche
che li ospitano costringendole ad attaccarsi con le mandibole a ciuffi d’erba in
modo da essere più facilmente divorate dalle pecore. Le pecore, che sono
l’ospite in cui il Dicrocoelium si
riproduce sessualmente, poi
ne emettono le larve insieme alle loro feci e nuove formiche si infetteranno.
Il
trematode Leucochloridium invece non
modifica il comportamento delle chiocciole in cui si instaura, anche se occupa
più di metà dello spazio entro il guscio, ma provoca una appariscente
deformazione, appariscente nel vero
senso della parola! Si tratta infatti della deformazione delle antenne che
sostengono il bulbo oculare della chiocciola le quali diventano grossissime e
presentano delle strisce vistosamente colorate che le fanno assomigliare a dei
bruchi. Questo rende le chiocciole più visibili ed appetibili per gli uccelli,
che sono l’ospite definitivo del parassita. Così gli uccelli ghiotti di bruchi scendono a
terra e divorano la malcapitata chiocciola, anzi spesso divorano solo l’antenna
lasciando viva ma molto malconcia la povera proprietaria. Con questo
stratagemma i trematodi possono più facilmente completare il loro ciclo vitale
e colonizzare nuovi ambienti: da soli o con le lumache andrebbero poco lontano!
Con gli uccelli invece possono girare il mondo.
Per maggiori dettagli: www.L'orologiaio miope.com da cui è presa l'immagine, con molti ringraziamenti.
Le antenne di una chiocciola infestata dal Leucochloridium paradoxum
Ma
non crediate che una volta trovato un equilibrio tra le proprie necessità e la
sopravvivenza dell’ospite, nonché aver trovato un sistema per facilitare il
regolare svolgimento del ciclo, il parassita possa stare tranquillo e
crogiolarsi in una vita beata: eh no!
Gli
ospiti infatti non stanno lì a subire e basta. Cercano di difendersi, di
trovare qualche trucco per rendere il rapporto col parassita meno dannoso. Così
nel corso dell’evoluzione si svolge una sorta di "gara" in cui ogni
specie coinvolta lotta per stare al passo, o per superare, l'altra. Come
avviene nel rapporto preda predatore.
Basti citare, a titolo di esempio, il caso di
granchi predatori che riescono a rompere il solido guscio di
certe chiocciole terrestri con le loro robuste chele. Prima
dell'evoluzione di questi granchi la maggior parte delle chiocciole presentava
gusci assai più fragili; ma la comparsa dei granchi predatori le ha
spinte a rinforzare l'esoscheletro, in
parallelo al progressivo irrobustirsi delle chele dei predatori, in una lotta
per la sopravvivenza. Oggi, dopo oltre 100.000.000 di anni, sono notevolmente aumentati, sia lo spessore medio del guscio delle chiocciole che la potenza e lo spessore delle chele dei loro predatori.
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