Premessa
Questo post è probabilmente più difficile da seguire rispetto agli altri e me ne scuso, ma come ho detto nel mio profilo, non mi piace tenere per me argomenti che ritengo interessanti anche per altri che non hanno avuto modo di approfondire. Mi piacerebbe sentire le opinioni dei possibili lettori
Questo post è probabilmente più difficile da seguire rispetto agli altri e me ne scuso, ma come ho detto nel mio profilo, non mi piace tenere per me argomenti che ritengo interessanti anche per altri che non hanno avuto modo di approfondire. Mi piacerebbe sentire le opinioni dei possibili lettori
Le
cellule vengono distinte in due grandi categorie: cellule procariotiche e
cellule eucariotiche. Le une si ritrovano solo in organismi unicellulari, che sono stati le
prime forme di vita apparse sulla terra più di 3 miliardi di anni fa. Solo dalle altre, le cellule eucariotiche, comparse soltanto (si
fa per dire) 1.5-1 miliardo di anni fa , si sono poi originati gli organismi
pluricellulari.
Il passaggio da cellula procariotica a cellula eucariotica rappresenta quindi un salto evolutivo fondamentale.
Il passaggio da cellula procariotica a cellula eucariotica rappresenta quindi un salto evolutivo fondamentale.
Su
come sia avvenuto questo passaggio sono state avanzate varie teorie che non
sto qui a riepilogare. Quasi tutti gli studiosi sono comunque d’accordo nel
pensare che nel suo prodursi siano intervenuti fenomeni di simbiosi (a proposito avete letto il
post “Insieme si può?) ma molti aspetti sono ancora oggetto di contensioso tra i cultori della materia.
Vediamo: quali sono le differenze tra i due tipi cellulari?
PROCARIOTI EUCARIOTI
Mancanza del nucleo
|
DNA contenuto nel nucleo
|
Piccole dimensioni (1-5 micron)
|
Maggiori
dimensioni
|
Mancanza
di strutture interne
|
Organuli
(mitocondri, reticolo)
|
Parete
esterna di peptidoglicani
|
Se c’è parete (cellule vegetali)
è di natura diversa
|
Mancanza di scheletro
cellulare
|
Presenza di microtubuli e filamenti di sostegno
|
Lo specchietto sopra
riportato, che illustra le differenze tra procarioti ed eucarioti, è simile a quelli
che si trovano sui libri delle scuole elementari, medie e superiori, in testi universitari
ed anche in Internet naturalmente.
Eppure la
maggior parte di queste affermazioni, riguardo a quella che viene considerata la
più profonda separazione tra gli organismi viventi, ……….possono
essere messe in discussione in base a nuove ma anche vecchie osservazioni!!!!!
Già sulla dimensione c’è da
obiettare: che ne dite di Epulopiscium fishelsoni che può raggiungere i 600 micrometri: nell’immagine
è quello più grande, quelli piccoli sono Parameci, cioè
protozoi ciliati che non sono tra gli eucarioti più piccoli!
o di Thiomargarita che supera i 500 micrometri?
Ancora più opinabile è la “mancanza di strutture interne”. Infatti se questa affermazione è consona alla maggior parte dei batteri non si adatta altrettanto bene ai procariotic fotosintetici che contengono complessi di membrane (Tilacoidi) dove sono localizzati la clorofilla e le altre sostanze necessarie alla fotosintesi. Si è sempre affermato che non si trattasse di vere strutture interne ma di introflessioni più o meno estese della membrana cellulare. Recentemente, però mediante tecniche ultramoderne di microscopia elettronica è stato definitivamente dimostrato in un ciano batterio che i tilacoidi non hanno nessuna continuità con la membrana plasmatica e quindi costituiscono un vero e proprio comparto cellulare, diverso e specializzato. Inoltre imolti procarioti foto sintetici, detti spesso microalghe perché vengono per lo più studiate da botanici anziché da microbiologi, oltre ai tilacoidi posseggono tutta una serie di strutture interne, che possono essere tubulari, cristalline ed anche circondate da membrana.
Ma, mi direte, ma la mancanza di membrana nucleare che separa il DNA dal citoplasma, carattere che giustifica il termine Procarioti (cioè prima del nucleo) è comune a tutti.
Ne siete sicuri??
Fin dagli anni ’80 era stato descritto un batterio Planctomicete: Gemmata oscuriglobus il cui nucleoide appariva, in preparati di microscopia elettronica tradizionale, separato da
Recentemente è stato dimostrato (Fuerst et al. 2010), con l’uso di una
cryo-fissazione (che preserva le strutture meglio della fissazione
chimica) che i batteri
Planctomiceti e Verrucomicrobi (già considerati diversi dagli altri batteri perché privi della
parete di peptidoglicani e perché si riproducono per gemmazione anziché per
scissione), hanno tutti (non solo G.
oscuriglobus, ) una compartimentalizzazione interna con membrane. Gli autori
distinguono in questi batteri vari comparti e concludono che ci devono essere
differenze metaboliche rispetto agli altri batteri.
Verrucomicrobium: le sigle e le frecce indicano i vari comparti
Una compartimentalizzazione strutturale e funzionale era del resto già stata evidenziata negli Epixenosomi, i batteri da noi scoperti all’Università di Pisa che ho già descritto nel post “un batterio molto speciale”.
Gli epixenosomi, che appartengono anche essi ai Verrucomicrobi, hanno inoltre dei tubuli con caratteristiche molto simili a quelle dei microtubuli di tubulina, una proteina considerata esclusiva degli eucarioti. Altri Verrucomicrobi hanno geni di tubulina, anche se al loro interno non sono mai stati visti tubuli.
Altri autori pensano più ad un fenomeno di analogia che di omologia (analoghi = strutture che compiono funzione simile ma di diversa origine), di evoluzione convergente e non diretta discendenza.
Io aggiungo che, nel cercar di ricostruire l’evoluzione della cellula eucariotica basandosi su osservazioni di procarioti attuali, spesso si dimentica che da allora è passato più di un miliardo di anni e che anche i procarioti si sono evoluti in tutto questo tempo e si sono certo evoluti molto più rapidamente degli eucarioti grazie ai loro rapidi tempi generazionali e alla frequenza di possibili trasferimenti genici tra di loro. Ne consegue che i procarioti attuali non possono non essere molto diversi da quelli che vivevano un miliardo di anni fa. Quindi pensare di trovare nei procarioti moderni somiglianze rivelatrici con quelli del passato può essere una illusione.
Ancora più opinabile è la “mancanza di strutture interne”. Infatti se questa affermazione è consona alla maggior parte dei batteri non si adatta altrettanto bene ai procariotic fotosintetici che contengono complessi di membrane (Tilacoidi) dove sono localizzati la clorofilla e le altre sostanze necessarie alla fotosintesi. Si è sempre affermato che non si trattasse di vere strutture interne ma di introflessioni più o meno estese della membrana cellulare. Recentemente, però mediante tecniche ultramoderne di microscopia elettronica è stato definitivamente dimostrato in un ciano batterio che i tilacoidi non hanno nessuna continuità con la membrana plasmatica e quindi costituiscono un vero e proprio comparto cellulare, diverso e specializzato. Inoltre imolti procarioti foto sintetici, detti spesso microalghe perché vengono per lo più studiate da botanici anziché da microbiologi, oltre ai tilacoidi posseggono tutta una serie di strutture interne, che possono essere tubulari, cristalline ed anche circondate da membrana.
,Un esempio? Ecco un cianobatterio al microscopio elettronico.
Ma, mi direte, ma la mancanza di membrana nucleare che separa il DNA dal citoplasma, carattere che giustifica il termine Procarioti (cioè prima del nucleo) è comune a tutti.
Ne siete sicuri??
Fin dagli anni ’80 era stato descritto un batterio Planctomicete: Gemmata oscuriglobus il cui nucleoide appariva, in preparati di microscopia elettronica tradizionale, separato da
una membrana dal resto del citoplasma.
Gemmata oscuriglobus
Verrucomicrobium: le sigle e le frecce indicano i vari comparti
Una compartimentalizzazione strutturale e funzionale era del resto già stata evidenziata negli Epixenosomi, i batteri da noi scoperti all’Università di Pisa che ho già descritto nel post “un batterio molto speciale”.
Gli epixenosomi, che appartengono anche essi ai Verrucomicrobi, hanno inoltre dei tubuli con caratteristiche molto simili a quelle dei microtubuli di tubulina, una proteina considerata esclusiva degli eucarioti. Altri Verrucomicrobi hanno geni di tubulina, anche se al loro interno non sono mai stati visti tubuli.
Epixenosma: i tubuli indicati con BT sono ben visibili
Insomma le cose sono sempre più complicate di quanto
si pensi! La natura non si lascia racchiudere in schemi precisi.
Le
osservazioni sui planctomiceti e i verrucomicrobi hanno spinto gli autori a considerare planctomiceti e simili, in cui riconoscono una sorta di piano
strutturale comune, come di procarioti col nucleo e, quindi, forme intermedie
dell’evoluzione tra procarioti ed eucarioti. Da qui concludono
che, ferma restando l’origine simbiotica per mitocondri e plastidi, la cellula eucariotica sarebbe il frutto di
una graduale evoluzione a partire dalle strutture procariotiche.
Considerazioni
Una
tentazione da cui un ricercatore si dovrebbe guardare è, a parere mio, quella
di estrapolare dai propri risultati ipotesi generali. Nella mia esperienza personale ho sempre cercato di essere più cauta e, scorrendo la letteratura, per fortuna non sono la sola. Certamente è vero che i Planctomiceti hanno una cellula compartimentalizzata da
membrane, ma sono proprio membrane come quelle interne degli eucarioti? Considerazioni
Altri autori pensano più ad un fenomeno di analogia che di omologia (analoghi = strutture che compiono funzione simile ma di diversa origine), di evoluzione convergente e non diretta discendenza.
Io aggiungo che, nel cercar di ricostruire l’evoluzione della cellula eucariotica basandosi su osservazioni di procarioti attuali, spesso si dimentica che da allora è passato più di un miliardo di anni e che anche i procarioti si sono evoluti in tutto questo tempo e si sono certo evoluti molto più rapidamente degli eucarioti grazie ai loro rapidi tempi generazionali e alla frequenza di possibili trasferimenti genici tra di loro. Ne consegue che i procarioti attuali non possono non essere molto diversi da quelli che vivevano un miliardo di anni fa. Quindi pensare di trovare nei procarioti moderni somiglianze rivelatrici con quelli del passato può essere una illusione.
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The difference between
prokaryotes and eukaryotes might be less definite than so far supposed
All cells fall into one of the two major classifications: prokaryotic
and eukaryotic cells. Prokaryotic cells are in unicellular organisms, the first
living beings appeared on our earth more than 3 billions years ago. Only from eukaryotic
cells, appeared only (in a manner of speaking) 1,5 billions years ago,
pluricellular organisms arose.
Thus the
transition from prokaryotic to eukaryotic cell represents a fundamental
evolutionary jump.
Many theories, that I will not discuss here,
have been proposed to explain how this transition happened. Anyway most authors agree about the important
role played by symbiosis (in this connection have you read the post “Insieme si
può”?).
The following
table, similar to those reported in most school books of the present time,
illustrates the main differences between the two cell types.
PROCARIOTES
EUCARIOTES
Lack of
a nucleus
|
DNA inside a
membrane bound nucleus
|
Small dimensions (1-5 micron)
|
Larger
dimensions
|
Lack of internal structures
|
Organules
(mithocondria, reticulum)
|
External peptidoglycan
wall
|
When there is a
wall (plant cells..) is different.
|
Lack of cytoscheletal elements
|
Presence of
microtubules and support filaments
|
However, the generalization of
most of these assumptions is questionable
in the light of new observations. Indeed, at least some of them could have
been open to question even some time ago.
Let’s start from the size.
What to say about Epulopiscium fishelsoni : in the picture
is the larger organism (600 micrometers)
while the smaller organisms are Paramecia, ciliated protozoa that are not the smallest eukaryotes.
Even more
questionable is “ the lack of internal structures”. While this statement is quite suitable for the majority of bacteria,
it does not perfectly suit to photosynthetic prokaryotes. Indeed the latter contain
membranes (thylakoids) where chlorophyll and other molecules important for
photosynthesis are located.
For example this a cyanobacteriumseen at the electron microscope.
Up to now these membranes were generally considered introflextions of the cellular membrane rather than internal structures. Recently, however, using new modern electron microscopical techniques, it has been finally demonstrated in a cyanobacterium the discontinuity between thylakoids and cellular mmbranes. Thus thylakoids represent a true specialized cellular compartment. Moreover, many photosynthetic prokaryotes, often called microalgae by botanists, possess other different internal structures some of which membrane bounded.
For example this a cyanobacteriumseen at the electron microscope.
Up to now these membranes were generally considered introflextions of the cellular membrane rather than internal structures. Recently, however, using new modern electron microscopical techniques, it has been finally demonstrated in a cyanobacterium the discontinuity between thylakoids and cellular mmbranes. Thus thylakoids represent a true specialized cellular compartment. Moreover, many photosynthetic prokaryotes, often called microalgae by botanists, possess other different internal structures some of which membrane bounded.
OK, but at least the lack of a nuclear envelope
by which DNA is separated from cytoplasm, the distinguishing feature of
Prokaryotes ( i.e. before the nucleus) is a common trait. Are you sure?
A Plantomycete bacterium, Gemmata oscuriglobus with a double-membrane-bound organelle enveloping
all the cell’s DNA has been described since 1980 by traditional
electron microscopy.
Gemmata obscuriglobus
Moreover in the last years all Planctomycetes (not only G.
oscuriglobus) have been shown to possess distinctive types of
membrane-bounded compartments (Fuerst et al. 2010) in
which, according to the authors, different metabolic pathways probably exist. It is worth noting here that Planctomicetes are considered “special” bacteria not possessing a peptidoglycan wall.
Verrucomicrobium. The different compartments are indicated by letters and arrows
Besides, a structural and functional compartimentalization has been already described (Rosati et al. Europ. J. protistology 1993), although in the apparent absence of internal membranes in Epixenosomes the symbiotic bacteria that my co-workers’ and I discovered atPisa University .
They are diffusely described in the post “A very special bacterium”.of the present blog.
Epixenosomes, belonging to Verrucomicrobia a bacterial group related to Planctomycetes, possess also regularly arranged tubular structures sharing many treats with eukaryotic tubulin microtubules. Tubulin is a protein up to now considered only eukaryotic. Other verrucomicrobia have, in their DNA, genes encoding for tubulin, although tubules have never been evidenced in their cell.
Epixenosome: BT = tubules
The observations on Planctomicetes and Verrucomicrobia excited the authors. They recognized in these bacteria a sort of common structural plan resembling an intermediate stage of cell eukaryotic evolution.
Personal considerations
Verrucomicrobium. The different compartments are indicated by letters and arrows
Besides, a structural and functional compartimentalization has been already described (Rosati et al. Europ. J. protistology 1993), although in the apparent absence of internal membranes in Epixenosomes the symbiotic bacteria that my co-workers’ and I discovered at
Epixenosomes, belonging to Verrucomicrobia a bacterial group related to Planctomycetes, possess also regularly arranged tubular structures sharing many treats with eukaryotic tubulin microtubules. Tubulin is a protein up to now considered only eukaryotic. Other verrucomicrobia have, in their DNA, genes encoding for tubulin, although tubules have never been evidenced in their cell.
Epixenosome: BT = tubules
The observations on Planctomicetes and Verrucomicrobia excited the authors. They recognized in these bacteria a sort of common structural plan resembling an intermediate stage of cell eukaryotic evolution.
Personal considerations
I would have been far more cautious and I was not the only one
in 2013 when I wrote the Italian version of this post. Indeed more recent studies demonstrated that in
these kind of interpretations caution is never enough.
For
example it has been demonstrated that Planctomycetes
are not an exception to the universal presence of peptidoglycan in bacteria while
the report on the 3D structure of G.
obscuriglobus challenged the current view of its
compartmentalization.
I
think that in our attempts to explain the eukaryotic cell evolution starting
from observations on at present living
prokaryotes we, often, do not consider
that more than one billion years has passed from the time in which that event
took place. During this long laps of time Prokaryotes evolved, more rapidly
than eukaryotes thanks to their fast generational times and the frequency of
genetic transfers among them.
So
to hope to find in modern prokaryotes revealing similarities with those
ancestral may be an illusion.
.
Molto interessante questo post; ci aiuta a riflettere sulla varietà delle forme viventi e sulla loro origine. L'evoluzione procede sempre su infinite vie, che noi non riusciamo a comprendere appieno per la loro complessità. Condivido le sue considerazioni: l'ambiente attuale è diversissimo da quello delle origini, pertanto nulla vieta che anche nei protozoi la selezione favorisca forme con una certa compartimentazione; il tempo ci mostrerà il seguito!
RispondiEliminaComplimenti per il post, ben scritto e molto intrigante.
RispondiEliminaPurtroppo l'uomo ha stravolto i piani della Natura, vediamo cosa comporterà il nostro sviluppo in termini di biodiversità.
Mi sono già posta questa domanda nel post " il primo inquinamento atmosferico". L'hai letto? mi piacerebbe un commento anche su quello. Grazie dei complimenti
Elimina