Biotecnologia" indica qualsiasi applicazione tecnologica che utilizza sistemi biologici, organismi viventi o loro derivati, per realizzare o modificare prodotti o processi per un uso specifico.
Da
quando l’uomo si è abituato alla vita stanziale ha cominciato ad adattare la
natura alle sue esigenze. Per esempio coltivatori ed allevatori hanno fin
dall’antichità applicato la selezione artificiale di piante e animali. In un
certo senso con la selezione artificiale non ci si oppone alla evoluzione basata
sulla selezione naturale, ma si
collabora con essa. Spesso però l’uomo
usa dei criteri suoi, indipendenti dal rapporto delle specie con l’ambiente e delle
specie tra loro. Ricordo che mi colpì, quando ho iniziato a studiare genetica,
l’esempio delle pecore dalle zampe corte. Si trattava di una particolare razza di
pecore inglese che, una volta importata in Australia, è stata selezionata in
modo preferenziale: la maggior parte delle pecore australiane ancora oggi appartengono
a questa razza (FIG.). Probabilmente era utile per i proprietari degli enormi
allevamenti australiani disporre di pecore con le zampe corte perché tali
pecore non erano in grado di saltare i recinti. Però, con selezioni massicce
come queste, si riduce la biodiversità che è importante per l’adattamento delle
specie alla mutevolezza dell’ambiente.
Ho pensato a queste povere pecore quando l’estate scorsa le praterie australiane sono state devastate dagli incendi: pecore con zampe più lunghe avrebbero forse potuto trovare scampo!!
Lo sviluppo della scienza nell’ultimo secolo
ha proceduto in modo vertiginoso specialmente grazie alla scoperta del
DNA, alla sua sempre maggiore conoscenza,
alla possibilità di sequenziarlo, addirittura modificarlo e costruirlo sinteticamente.
Si sono così aperte possibilità enormi applicabili a vari aspetti della vita.
Essendo
una naturalista e non un medico il primo problema su cui mi sono trovata a
ragionare è quello degli OGM.
Per OGM (Organismi Geneticamente Modificati)
si intendono tutti quegli organismi viventi i cui DNA, tramite operazioni di ingegneria genetica, hanno subito
variazioni.
La tecnica
OGM viene essenzialmente impiegata per gli esseri viventi vegetali, a
scopo alimentare e industriale.
La loro introduzione
risale ai primi anni 80 del secolo scorso e fin dall’inizio ha destato grande
curiosità, ma anche notevoli critiche e dubbi. I più forti dubbi derivavano
dalle non prevedibili conseguenze che
l’ingerenza di prodotti alimentari geneticamente modificati potrebbe avere nel
nostro corpo,. In quell’epoca ho partecipato a vari dibattiti e la domanda
prevalente era sempre questa “Fanno male alla salute?”. Ormai, dopo 40 anni, gli scienziati sembrano
tutti d’accordo che gli OGM non comportano
rischi per la salute umana e animale, mentre portano numerosi vantaggi come la
riduzione dei tempi di crescita dei raccolti e la
riduzione dell’uso di pesticidi.
Questo ci insegna che un rifiuto
a priori dell’introduzione di novità biotecniche non è un atteggiamento
corretto. Ma la richiesta della massima cautela possibile è fondamentale.
In effetti, come naturalista, continuo ad avere qualche riserva per
quanto riguarda l’effetto degli OGM sull’ambiente. Tutto in natura è strettamente correlato.
La creazione di organismi con caratteristiche genetiche nuove, decise a
tavolino, ancora più della selezione artificiale di cui parlavamo prima,
può alterare i naturali processi di selezione, che si basano sulla
sopravvivenza dei genomi più adatti in un determinato ambiente in un determinato
momento, comportando così notevoli rischi, come la perdita di biodiversità.
Ma c’è un altro aspetto di cui bisogna tener
conto: quello del profitto. La multinazionale Monsanto, la prima ad introdurre
OGM, ha fatto affari d’oro con i brevetti su ogni OGM che ha prodotto
diventando in effetti proprietaria
di organismi viventi, che lei sola poteva produrre. Ad esempio produceva un
mais modificato capace di resistere agli erbicidi, Ma non a tutti gli erbicidi
bensì a quelli da essa stessa prodotti. Così gli agricoltori oltre al mais
dovevano acquistare dalla stessa ditta anche l’erbicida.
Le multinazionali si sarebbero spinte anche
oltre progettando di produrre piante con semi sterili - come il cosiddetto “Terminator” (fig.) . Leggendo i documenti di
costituzione di Terminator, si apprende che questa tecnologia
sarebbe stata impiegata (sic) per tutelare le
multinazionali dai contadini furbetti che utilizzavano i semi brevettati senza
pagare i giusti diritti. Fortunatamente la pressione dell’opinione pubblica ha
impedito che questa tecnica fosse utilizzata.. Dall’epoca della introduzione degli OGM la scienza e, di
conseguenza, le biotecnologie hanno avuto un enorme sviluppo.
Da quando è stato sequenziato il genoma umano è possibile
applicare le tecniche di biologia molecolare, spesso chiamate anche di ingegneria
genetica, direttamente all’uomo. Ovviamente in questo caso il controllo deve
essere ancora più stringente.
Tra le
applicazioni più promettenti c’è la possibilità di curare
malattie dovute a geni malfunzionanti. L’idea sembra semplice: se una patologia
dipende da un gene difettoso si può ricorrere alla terapia genica
sostitutiva, che consiste nell’inserzione di un gene sano all'interno
delle cellule per sostituire quello alterato.
I geni sono segmenti di DNA che forniscono il codice per costruire
ciascuno una determinata proteina e possono ormai essere prodotti
sinteticamente. Ma il problema era: come introdurli nelle cellule malate e fare
in modo che, una volta introdotti, si integrino con il DNA cellulare nella
giusta posizione ?
E sapete da cosa è venuta la soluzione? Proprio dai virus.
Si può proprio dire che non tutti i virus vengono per
nuocere!
Forse questa affermazione è difficile da accettare
proprio in questi anni in cui il
famigerato Sars-Cov2
che provoca il COVID (coronavirus desease), esso si venuto per nuocere, ha
sconvolto le nostre vite! .
Ma forse vale la pena a questo punto di ricordare cosa sono i virus.
Sono entità, non
si possono definire organismi perché non sono in grado di riprodursi da soli,
strutturalmente molto semplici costitute da un involucro proteico contenente
una molecola di DNA o RNA. Quello che mi ha sempre colpito nei miei studi è il
fatto che tutto quello che inventa l’uomo in qualche modo lo ha già realizzato
la natura. Infatti i virus, nella loro semplicità, sono dei veri e propri
bioingegneri che per risolvere i loro problemi modificano il DNA degli
organismi.
Così alcuni virus innocui vengono equipaggiati col gene
corretto di una certa malattia, rendendoli così capaci di far produrre alle cellule dell’organismo le
sostanze mancanti. Buoni risultati sono stati ottenuti ad esempio per
l’emofilia di tipo B dovuta alla mancanza di fattori di coagulazione.
Gli stessi vaccini che si stanno utilizzando contro il covid sono basati su tecniche di ingegneria genetica. Il vaccino AstraZeneca è proprio un vaccino a vettore virale. Infatti sfrutta un altro virus, non dannoso, a sua volta geneticamente modificato, per fornire alle cellule del sangue le istruzioni necessarie per sintetizzare la proteina spike, cioè la proteina che serve al SARS-CoV-2 per introdurre il suo DNA nelle cellule bersaglio. Una volta prodotta, la proteina può stimolare una risposta immunitaria specifica.
Il vaccino Pfyzer sfrutta invece un’altra tecnica, quella
della biologia sintetica. Infatti e’ un RNA messaggero prodotto sinteticamente,
molecola piccola racchiusa in un piccolo lisosoma ( vesciola di membrana
lipidica) facilmente assorbita nel citoplasma delle cellule del sangue, che trasmette
loro l’istruzione per produrre la proteina Spike.
Ma non è escluso che le stesse tecniche potrebbero essere
usate in negativo ad esempio per introdurre malattie letali.
Del resto non sempre c’è bisogno di tecniche sofisticate
per usare materiale biologico come arma di offesa!!!
Si può citare ad esempio quanto avvenuto nel 1345 durante l’assedio della città genovese di
Caffa da parte di truppe i mongole. Quando gli assedianti cominciarono
ad ammalarsi di Peste nera, per risolvere rapidamente il conflitto, pensarono di
tirare con una catapulta i cadaveri infetti all'interno delle mura. I mongoli
furono costretti ugualmente a ritirarsi ma da questo tentativo di
antesignana guerra
batteriologica si scatenò il più
terribile contagio di peste, in tutta Europa.
Certo le attuali
conoscenze conferiscono agli scienziati ben altre possibilità !
Nel 2008, Craig Venter, lo scienziato miliardario
americano che si è organizzato un laboratorio personale, e i suoi colleghi crearono un genoma
sintetico completo a partire dal genoma di un batterio. Due anni più
tardi, lo stesso team riuscì a far riprodurre una copia di questo genoma
sintetico in un altro batterio, creando quindi una specie nuova, una cellula sintetica come pubblicarono.
Questa affermazione “cellula sintetica” secondo me però non è esatta perché le
attività codificate dal genoma sintetico vengono svolte da un citoplasma
naturale. Quindi si può creare artificialmente il DNA che è una molecola, per
quanto complessa, ma per farlo esprimere è necessaria tutta la complessa
macchina cellulare.
Comunque le
possibilità aperte da queste tecniche sono notevoli !
Ad
esempio è già stato realizzato il primo fegato sintetico. In realtà Per ora si tratta di poco più di un abbozzo di
tessuto epatico di pochi millimetri, ma è
un passo in avanti fondamentale verso la
creazione di un vero e proprio fegato artificiale che potrebbe essere usato
come organo di riserva. Per sostituire un fegato malato potrebbe non essere più
necessario ricorrere ai trapianti che presuppongono inevitabilmente la morte di
un involontario donatore.
Le
tecniche di biologia sintetica vengono utilizzate anche in campi non strettamente
medici ma ad esempio per ricostruire passaggi evolutivi.
Pensate
che è stato anche sequenziato e riprodotto sinteticamente il DNA dell’uomo di
Neanderthal. (fig.) Già perché una cosa stupefacente del DNA, questa molecola
grazie alla quale è nata la vita, e che la vita utilizza invariata in tutti gli
organismi dalle sue origini ad oggi, può riprendere la sua attività se inserita nell’ambiente adatto anche dopo
milioni di anni.
Confrontando il genoma dei sapiens con quello neandertaliano si sono evidenziate delle varianti geniche. Così è stato ottenuto e coltivato in laboratorio un cervello in miniatura con la variante di un gene dei Neanderthal nel tentativo di capire come sia avvenuta la separazione dei Sapiens.
Sapiens e Neanderthal
Questa è solo una carrellata delle possibilità che le biotecnologie stanno aprendo. La cosa importante è che gli scienziati rendano sempre pubblici i loro risultati.
E’ poi compito della bioetica chiedersi di volta in volta cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa sia accettabile e cosa non lo sia, con onestà intellettuale e capacità di ascolto nei confronti della ragione e delle scienza.
Ancora una volta va ribadito che non si devono condannare le tecniche in sè ma il loro cattivo utilizzo
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