Forse vale la pena di ricordare ancora una
volta cosa sono i virus.
Sono entità, non
si possono definire organismi perché non sono in grado di riprodursi da soli,
strutturalmente molto semplici costitute da un involucro proteico contenente
una molecola di DNA o RNA.
Per potersi riprodurre aderiscono alle cellule bersaglio
mediante le proteine esterne dell’involucro (recettori), quelle raffigurate
come piccole ventose in tutte le coloratissime
immagini del Sars-Cov2,
tra cui la proteina spike cioè la proteina che serve al virus per introdurre il suo DNA nelle
cellule bersaglio, e iniettano nella cellula
il loro genoma. Una volta dentro, il genoma virale si integra con quello
cellulare, utilizza i meccanismi di replicazione del DNA, della trascrizione e
traduzione della cellula ospite (suo malgrado!) e in parole povere la
costringono a riprodurlo.
Così una particella virale, infettando una singola cellula, è in grado di
produrre migliaia di discendenti.
Quello che mi ha sempre colpito nei miei studi è il fatto che tutto quello che inventa l’uomo in qualche modo lo ha già realizzato la natura. Infatti i virus, nella loro semplicità, sono dei veri e propri
bioingegneri
che per risolvere i loro
problemi modificano il DNA degli organismi proprio come gli scienziati che
hanno prodotto gli OGM o cercano di curare le malattie genetiche.
Gli stessi vaccini che si stanno utilizzando contro il covid sono basati su tecniche di ingegneria genetica.
Infatti non contengono il
virus ucciso o attenuato ma modificano le cellule del sangue facendo loro
produrre sostanze virali che attivano le cellule del sistema immunitario a produrre anticorpi
specifici.
Il vaccino AstraZeneca è a vettore virale. Infatti sfrutta un altro virus, non dannoso ( un adenovirus derivato da uno scimpanzè), in cui è stato immesso solo il gene che fornisce alle cellule del sangue le istruzioni necessarie per sintetizzare la proteina spike. Una volta prodotta, la proteina può stimolare una risposta immunitaria specifica contro di essa: se e quando il l’organismo venisse a contatto con il virus del covid con le proteine spike esposte verrebbe subito respinto.
Il vaccino Pfyzer sfrutta invece un’altra tecnica, quella
della biologia sintetica.
Infatti viene prodotto sinteticamente l’ RNA messaggero che trasmette l’istruzione per produrre la proteina Spike. Si tratta di una molecola piccola che, racchiusa in un piccolo lisosoma (vesciola di membrana lipidica), viene facilmente assorbita nel citoplasma delle cellule del sangue.
Le cellule saranno subito in grado di produrre la proteina Spike con conseguente attivazione del sistema immunitario che produrrà anticorpi contro di essa.
Non c’è
quindi niente che faccia pensare a rischi di infezioni legati a questi vaccini
che non utilizzano tecniche completamente nuove ma tecniche che già si stavano mettendo a
punto per altri scopi: l’uso del vettore virale per la cura delle malattie
ereditarie ,l‘RNA messaggero per la cura di tumori.