Bisogna conciliare tecnica ed ecologia.
Prima di introdurre
cambiamenti e novità tecniche l’uomo dovrebbe studiare come essi si inseriscono nella
natura e come la natura può gestirli: sarebbe molto meno dannoso e costoso che
cercar di correre ai ripari dopo!
Ricordate le Piogge Acide?
Negli anni 50-60 del secolo
scorso sono stati introdotti i detersivi per gli elettrodomestici che in quegli
anni si stavano diffondendo. Pratici, comodissimi ma non si è pensato che essendo derivati dal petrolio non erano biodegradabili. Così i loro componenti si accumulavano nell’ambiente specialmente acquatico. Poi le particelle di detersivo si aggiungevano a quelle diffuse
nell'atmosfera da altri inquinanti, venivano catturate e deposte al suolo da
precipitazioni sottoforma di piogge, neve, grandine, nebbie, rugiade con effetti disastrosi
sulla vegetazione.
Foresta devastata da piogge acide.
Solo dopo aver provocato disastri come quello illustrato nella foto si è corsi ai ripari: ora i detersivi sono, almeno in parte, biodegradabili e contengono meno molecole acide. La diffusione di tali molecole nell’atmosfera è diminuita anche grazie alla introduzione delle marmitte catalitiche e le piogge acide non sono più un problema così grave.
Non sarebbe stato meglio pensarci Prima ?
E il buco nell'ozono?
Nell’atmosfera
terrestre, a una ventina di Km sopra le nostre teste, c’è uno strato di ozono che,
come uno scudo naturale, ci protegge dai raggi ultravioletti. Se questo scudo non ci
fosse non ci sarebbe vita sulla terra.
Dal 1982 si è cominciato a notare un assottigliamento dello strato di ozono sopra le regioni polari, in particolare nell’Antartide. Il fatto che questo fenomeno (rinominato comunemente come "buco dell'ozono") aumentava di anno in anno, ha indotto i governi mondiali ad adottare delle misure per ridurre la produzione e il consumo dei FREON cioè gas Clorofluorocarburi (CFC), ritenuti in quegli anni gli unici responsabili dell'aumento dell "buco". In particolare, i responsabili dell'assottigliamento dello strato di ozono sono stati ritenuti i gas freon emessi quotidianamente dalle attività umane nei paesi più industrializzati: quelli contenuti nei circuiti frigoriferi, nelle bombolette spray, ecc. Finalmente nel 1990, quando un “buco ” era comparso anche sopra il Polo Nord, più di 90 paesi decisero di ridurre drasticamente l'uso di queste sostanze.
L' efficacia dei provvedimenti presi è evidente. Nell’ottobre 2015, il buco nell'ozono si è ridotto di circa 4 milioni di km quadrati rispetto all'anno 2000, quando ha raggiunto la sua massima espansione.
Ora sappiamo che anche fenomeni naturali come eruzioni vulcaniche o grandi incendi possono provocare l'assottigliamento dello strato di ozono come si è verificato nel 2023, ma si tratta di effetti temporanei non continui e crescenti come quelli provocati dall'attività umana.
Il buco dell'ozono fotografato dallo spazio
Il buco dell'ozono si sta richiudendo.
Gli scienziati ipotizzano che, proseguendo con questa tendenza, il risanamento del buco nell'ozono si avrà intorno al 2050.
Siamo di fronte ad un altro pericoloso errore tecnico fatto dall’uomo dovuto alla scarsa conoscenza della natura in tutti suoi livelli.
Non abbiamo dovuto rinunciare alla comodità delle bombolette e dei refrigeratori : con studi adeguati sono state messe a punto altre tecniche meno inquinanti.
Non ci si poteva pensare prima?
E l’eternit?
Ancora più
inquietante è la storia del fibrocemento, materiale da costruzione noto come
ETERNIT, contenente fibre di amianto. E’ stato introdotto all’inizio del
novecento ed ha avuto in breve tempo un successo mondiale: economico, leggero,
resistente, di lunga durata, praticamente eterno. Proprio per questo è stato
chiamato ETERNIT!
Come
sappiamo si trova ovunque. Il nostro paese è stato uno dei maggiori produttori.
tettoia di eternit
La cosa inquietante è che a pericolosità dell’amianto per la salute era nota già a partire dagli inizi del secolo, seppure non provata scientificamente. Dalla prova scientifica della pericolosità delle fibre di amianto c’è voluto comunque qualche decennio perché i minerali di amianto fossero messi al bando. Solo nel 1992 vennero finalmente vietate estrazione, lavorazione e commercializzazione dell’amianto in Italia. Fino ad esaurimento scorte l’amianto continuò però ad essere venduto ed utilizzato anche durante tutto il corso del 1994.
In questo
caso non si è trattato di ignoranza ma della regola del PROFITTO SUBITO, prima che gli effetti negativi siano
veramente evidenti!!
Non si
possono chiudere fabbriche, mandare a casa gli operai! Meglio lasciarli esposti
al rischio, in fondo non è detto che si ammalino tutti. E i cittadini che
vengono a contatto con l’eternit? Quanti
di noi hanno tettoie di questo materiale ? Tranquilli l’eternit integro non è dannoso!
Ma lo diventa quando si deteriora e libera le fibre di amianto (asbesto) che si disperdono nell’aria e se vengono inalate causano gravi infiammazioni che possono evolvere in cancro e mesotelioma. E con gli anni le possibilità di deterioramento, si accumulano anche se è l’eternit era considerato eterno.
tettoia logorata
Così le vittime continuano ad aumentare. E’ stata anche istituita una giornata mondiale per le vittime dell’amianto: il28 aprile. Mentre cifre enormi e a volte altri morti sono il tributo da pagare per la rimozione di questo materiale che è veramente dovunque.
Operaio in tenuta per la rimozione di eternit
E poi c'è la plastica
La storia della plastica ha
inizio nel 1862, quando il chimico inglese Alexander Parkes crea
e brevetta il primo materiale plastico semisintetico, la Parkesina (più
nota poi come Xylonite). Gli anni Trenta e
Certamente i materiali plastici presentano diversi vantaggi rispetto ai materiali metallici, tra cui l’elevata leggerezza e il basso costo. Non si era però considerato che non esistono agenti capaci di decomporre e riciclare questi materiali in cui gli elementi sono combinati in modi nuovi, non previsti finora dalla natura. Per questo la combinazione di smaltimento inadeguato, perdite durante la produzione e soprattutto l’uso eccessivo di plastica monouso hanno portato alla situazione attuale di grave inquinamento da plastica in mare.