Torniamo
ai protisti.
Ho
dedicato vari post ai ciliati di cui mi sono occupata direttamente nella mia
attività di ricerca. Poi ho dedicato un post ai dinoflagellati ed uno ai foraminiferi.
Si tratta in tutti i casi di protisti, quindi organismi
unicellulari eucarioti, dalla forma ben definita di cui i generi, se non
addirittura le specie, possono essere spesso identificate già con
l’osservazione al microscopio ottico.
Diversa
è la situazione delle AMEBE che sono invece
protisti caratterizzati dalla variabilità della forma.
Quando
la prima ameba fu osservata al microscopio venne chiamata “piccolo proteo” in ricordo di Proteo il dio greco multiforme.
Le amebe appartengono ai protisti Sarcodini rizopodi. Non hanno organi di movimento come ciglia o flagelli e la loro membrana non è irrigidita da cuticole o altro. Si muovono emettendo dal corpo dei prolungamenti chiamati pseudopodi (alla lettera falsi piedi). Se ricordate anche i Foraminiferi hanno pseudopodi, ma i loro sono lunghi, sottili, per poter uscire dai fori del guscio, spesso intrecciati e rafforzati da un assostilo interno. Per questo detti attinopodi). Gli pseudopodi delle amebe invece possono essere di varia forma e dimensioni, non hanno un rafforzamento interno (perciò rizopodi), vengono emessi e retratti da qualsiasi parte del corpo cellulare che quindi cambia continuamente forma.
Le amebe appartengono ai protisti Sarcodini rizopodi. Non hanno organi di movimento come ciglia o flagelli e la loro membrana non è irrigidita da cuticole o altro. Si muovono emettendo dal corpo dei prolungamenti chiamati pseudopodi (alla lettera falsi piedi). Se ricordate anche i Foraminiferi hanno pseudopodi, ma i loro sono lunghi, sottili, per poter uscire dai fori del guscio, spesso intrecciati e rafforzati da un assostilo interno. Per questo detti attinopodi). Gli pseudopodi delle amebe invece possono essere di varia forma e dimensioni, non hanno un rafforzamento interno (perciò rizopodi), vengono emessi e retratti da qualsiasi parte del corpo cellulare che quindi cambia continuamente forma.
foraminifero
Protratti anteriormente gli pseudopodi aderiscono al substrato e trascinano in avanti tutta la cellula che procede così con il tipico movimento definito appunto ameboide.
Le amebe sono molto diffuse. Vivono in mare, in acqua dolce ed anche nei terreni umidi. Le loro dimensioni vanno da pochi micrometri fino a qualche millimetro. Possono essere nude” cioè prive di qualsiasi rivestimento o “tecate” cioè dotate di un guscio rigido di varia natura (calcio, silicio o anche agglomerati di materiali trovati nell’ambiente come granelli di sabbia, gusci di diatomee o altro).
ameba tecata |
Le amebe sono eterotrofe e quindi, per vivere, devono mangiare. Non hanno un citostoma (bocca cellulare) o una qualche struttura per cibarsi in un posto fisso della cellula.
Ma come fanno allora ad introdurre il cibo?
Beh, gli pseudopodi servono anche per l’assunzione del cibo: si estendono a circondare il possibile cibo e lo incamerano attraverso un processo di fagocitosi.
Beh, gli pseudopodi servono anche per l’assunzione del cibo: si estendono a circondare il possibile cibo e lo incamerano attraverso un processo di fagocitosi.
Ameba che ingloba un Paramecio (protista ciliato)
Si cibano di batteri, altri protisti ed anche detriti organici svolgendo così nell’ ambiente il ruolo di consumatori primari o secondari di piccole dimensioni che possono essere poi ingeriti da consumatori più grandi.
Sono cioè parte integrante della catena alimentare.
Ci sono anche amebe parassite, patogene ma
quelle le lascio studiare agli esperti del settore.
Quelle che io posso dare sono informazioni
sui protisti a vita libera. Non per niente ho tenuto per diversi anni il corso
di Ecologia
dei Protisti all’Università di Pisa.